Da Novello: “Gli elefanti non temono le zanzare” il dopo “Chi Burdel de Paciug”

Dopo “Chi Burdel de paciug” “Chi Burdel cun la testa a post”

La reale scoperta della fragilità del nostro territorio ci ha impauriti e sbriciolato in pochissime ore l’illusione che la nostra Romagna sia un “Pez ad Paradis”.

Siamo fragili, come molti altri, ma siamo Romagnoli.

Lo abbiamo dimostrato di fronte ad un evento sicuramente inaspettato e imprevisto.

Protagonisti “Chi burdel de paciug” che hanno dato una grande prova di solidarietà e spirito di comunità, che va oltre i confini romagnoli, che forse nessuno si aspettava, ma la Romagna è trascinatrice e terra nativa dei valori solidali e di “emozioni partecipative” sia nei momenti di divertimento e allegria, che e soprattutto nei momenti di difficoltà e criticità.

Ci siamo rimboccati le maniche, sporcati i vestiti e la faccia, dovevamo mettere tutto apposto in fretta, ma con la testa già pensavamo al futuro.

Il soccorso immediato sta ultimandosi, il represtinare il “com’era prima ”forse non è sensato”.

Nella nuova pianificazione della sicurezza di un territorio bisogna inserire, fra le priorità, l’impatto dei mutamenti climatici.

Ora c’e’ da ricostruire, riparare, modificare, aggiungere rendere piu’ sicuri tutti noi, dopo le pale e il fango, servono “chi burdel con la testa a post” che siano loro costruttori di un nuovo territorio che sia piu’ prudente, piu’ preoccupato, con sensori sulla sicurezza sempre accesi e funzionanti in rete fra loro, progettati tenendo conto del sistema idrogeologico attuale, dell’impatto sul sistema urbanistico, della viabilità in funzione dei mutamenti atmosferici e climatici.

Credo che la causa maggiore del disastro avvenuto sia da imputare al clima che è cambiato soprattutto per mano dell’uomo che ha abusato del territorio e comunque anche ad una mancata priorità nella gestione dei mutamenti climatici, compresa la scarsa manutenzione degli invasi soprattutto in alcune zone.

Cosa si potrebbe fare? (mio modesto contributo)

Intanto c’è da recuperare un “impoverimento diffuso” , oltre 100.000 realtà colpite e forse piu’, 48 milioni di danni diretti e forse tanti altri indiretti, minor produttività nel comparto agricolo, nell’artigianato e piccola impresa, maggiori costi sociali (ricorso alla cassa integrazione) e quindi minor denaro circolante e qualità della vita in calo, in un momento in cui invece servono investimenti e competenze per riprogettare un territorio. Ora servono le menti migliori, le tecniche, le competenze specifiche, servirà l’aiuto non solo dei romagnoli, ma di tutti gli italiani e di tutte le eccellenze in circolazione.

Dovremmo ricostruire un “territorio a prova alluvioni” che tenga conto di tutti i fattori di rischio, al sottosuolo, al suo uso, alle fognature, alle vie di comunicazione, ai materiali impiegati, alla messa in sicurezza e manutenzione dei fiumi, laghi, invasi di contenimento e soprattutto “resettare una mentalità speculativa di gestione del territorio non in linea con gli ecosistemi naturali

Sarà una bella sfida, ognuno dovrà fare la propria parte per rendere un futuro migliore, non serviranno pale e badili ma eroi di capacità e competenza, che sappiano osare, un concorso di intelligenze, che abbia un solo fine “il Bene e la Sicurezza Comune”

Dobbiamo essere fiduciosi perchè siamo gli eredi di “Novello” che in fatto di determinazione e pensare in grande non ha equali e siamo in “Romagna solatia dolce paese.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *